Lettera del Consulente – Lavoratori all’estero: linee guida e responsabilità per il datore di lavoro
Sicurezza, formazione e piano di “Travel Risk Management”

Cari Clienti e Lettori,
con la presente desideriamo richiamare la Vostra attenzione su un tema di crescente rilevanza e complessità per le imprese italiane: la gestione degli obblighi di salute e sicurezza per il personale che opera all’estero.
Il fenomeno della mobilità internazionale dei lavoratori ha subito una forte accelerazione, coinvolgendo non più solo le grandi multinazionali, ma anche le piccole e medie imprese impegnate in progetti e cantieri in tutto il mondo. Questa dinamica espone i Vostri dipendenti a “nuovi rischi per la salute e sicurezza”, diversi e aggiuntivi rispetto a quelli presenti sul territorio nazionale. Parliamo di fattori climatici estremi, rischi infettivi specifici, contesti geopolitici instabili e inadeguatezza delle strutture sanitarie locali.
Il quadro normativo
La base della tutela dei lavoratori risiede nell’Articolo 2087 del Codice Civile, che impone all’imprenditore di adottare tutte le misure necessarie a proteggere l’integrità fisica e la salute dei propri dipendenti. Questo principio generale trova applicazione pratica nel D.Lgs. 81/2008 (Testo Unico Sicurezza), che fornisce la metodologia per la valutazione di tutti i rischi, inclusi quelli legati alle attività fuori dai confini nazionali.
È fondamentale sottolineare come il Ministero del Lavoro (Interpello n. 11/2016) abbia chiarito in modo inequivocabile che il datore di lavoro ha l’obbligo di valutare tutti i rischi in cui il lavoro sarà svolto, compresi i cosiddetti «rischi generici aggravati». Questi includono minacce legate alla situazione geopolitica del Paese di destinazione e alle condizioni sanitarie locali, qualora abbiano una concreta possibilità di manifestarsi.
Recentemente, l’Accordo Stato-Regioni di aprile 2025 ha inoltre definito percorsi formativi specifici che il datore di lavoro deve seguire per acquisire competenze adeguate su questi rischi particolari.
La soluzione operativa
Per adempiere a questi obblighi stringenti, la soluzione più efficace è l’adozione di un piano di Travel Risk Management (TRM). Si tratta di un processo strutturato che consente di identificare, valutare e mitigare i rischi associati ai viaggi di lavoro, standardizzando le procedure di prevenzione.
I riferimenti normativi e di best practice per implementare un piano TRM sono principalmente due:
- La norma ISO 31030:2021: Standard internazionale che fornisce un quadro completo per la gestione del rischio di viaggio.
- Le Linee Guida della Società Italiana di Medicina del Lavoro (SIML) del 2024: Un documento fondamentale che offre indicazioni pratiche e protocolli sanitari specifici per il Medico Competente, armonizzando le conoscenze scientifiche con le esigenze di tutela aziendale.
A seconda della complessità aziendale, il TRM può essere realizzato con risorse interne oppure affidandosi a consulenti esterni specializzati.
Le fasi della sorveglianza sanitaria
Il cuore operativo del TRM è la sorveglianza sanitaria gestita dal Vostro Medico Competente, che deve essere articolata in tre fasi precise:
- FASE PRE-PARTENZA:
◦ Accertamento dell’idoneità: Valutazione delle condizioni psicofisiche del lavoratore, con particolare attenzione a patologie preesistenti (cardiopatie, asma, diabete, ecc.) che potrebbero essere aggravate dalle condizioni del Paese di destinazione.
◦ Vaccinazioni: Il datore di lavoro ha l’obbligo di mettere a disposizione dei lavoratori i vaccini efficaci per le aree di destinazione, come previsto dall’art. 279 del D.Lgs. 81/2008.
◦ Informazione e Formazione: Fornire al dipendente tutte le informazioni sui rischi sanitari e le precauzioni comportamentali da adottare.
◦ L’intero percorso deve essere completato almeno due settimane prima della partenza.
- FASE DURANTE IL SOGGIORNO:
È necessario predisporre un piano di assistenza sanitaria che garantisca l’accesso a strutture mediche con standard accettabili e che preveda la possibilità di un’evacuazione sanitaria in caso di emergenza.
- FASE AL RIENTRO:
Prevedere controlli medici al rientro, differenziando i percorsi per lavoratori sintomatici e asintomatici.
L’importanza della documentazione
Per tutelare la responsabilità datoriale, è cruciale documentare e tracciare ogni attività di prevenzione intrapresa: la valutazione dei rischi effettuata, i protocolli di sorveglianza sanitaria applicati, le idoneità rilasciate, le vaccinazioni somministrate e la formazione erogata. Tale documentazione è l’elemento fondamentale per dimostrare, in caso di eventi avversi, di aver adempiuto ai propri obblighi di legge.
In conclusione, la gestione della sicurezza del personale all’estero non è solo un costo, ma un investimento strategico. Un piano di TRM ben strutturato non solo Vi mette al riparo da responsabilità legali, ma trasforma il datore di lavoro in un vero e proprio garante del benessere dei dipendenti, con un ritorno positivo in termini di reputazione aziendale e di continuità operativa.
Restiamo a disposizione per ogni chiarimento.
Cordiali saluti,
Paladin Gabriele